Una moneta per l’Ichkeria: Il “Nahar”

INTRODUZIONE

La moneta non è soltanto uno degli strumenti essenziali di ogni economia moderna, ma spesso è anche uno degli elementi distintivi di uno stato riconosciuto, oltre che un efficace strumento di propaganda fin dall’alba dei tempi. Gli imperatori romani, ad esempio, non appena venivano nominati ordinavano il conio di monete raffiguranti il loro nome ed il loro ritratto, in modo che tutti i sudditi dell’impero sapessero chi era il capo. Con l’avvento della cartamoneta ogni stato provvide a stamparne grandi quantità, disegnando su di esse i simboli della sua autorità. Ogni volta che un nuovo stato veniva a costituirsi una delle sue prime preoccupazioni era quella di istituire una propria moneta, così da rendersi riconoscibile dal popolo e celebrare così la sua esistenza.

Moneta da 500 rubli dell’Emirato del Caucaso Settentrionale

Anche i ceceni tentarono in più occasioni di introdurre valute nazionali che sancissero la loro indipendenza. Sappiamo che nell’Imamato Caucaso, durante il governo dell’Imam Shamil forme di autotassazione e di gestione della ricchezza locale furono introdotte al fine di centralizzare la spesa del governo, e furono organizzati veri e propri sistemi di riscossione territoriale per finanziare l’esercito che combatteva contro i russi. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando i popoli del Caucaso Settentrionale si organizzarono nella Repubblica dei Popoli della Montagna e, successivamente, nell’Emirato del Caucaso Settentrionale vennero prodotte banconote cartacee in rubli dotate di propria numerazione e di peculiari simboli di riconoscimento.

(sotto: francobolli messi in circolazione dalla ChRI tra il 1993 ed il 1999)

LA MONETA DELLA RIVOLUZIONE

Allo scoppio della Rivoluzione Cecena, nell’Agosto del 1991, il Comitato Esecutivo costituì una “Commissione fiscale” che elaborasse un progetto di moneta nazionale cecena. Lo scoppio dei disordini fece passare in secondo piano la questione, ma essa fu prontamente ripresa del Parlamento eletto nell’Ottobre dello stesso anno, e posta tra le principali priorità del nuovo Stato indipendente. Alla promulgazione della Costituzione, il 12 Marzo 1992, il Parlamento previde il passaggio dal sistema monetario russo, basato sul rublo, ad un sistema nazionale fondato su una nuova moneta totalmente cecena. In uno dei decreti attuativi della carta fondamentale fu deciso che la Repubblica Cecena di Nokhchi – cho  (denominazione del nuovo Stato dal Novembre 1991 al Gennaio 1994) sarebbe rimasta agganciata alla moneta russa “fino alla creazione del proprio sistema monetario creditizio o alla sua unificazione con sistemi di altri stati”. Tra il 1992 ed il 1993 si ebbe un ampio dibattito sul tema, furono prodotti molti schizzi della nuova moneta e furono aperti contatti con aziende europee capaci di produrre banconote a prova di contraffazione. Nell’autunno del 1992 Dudaev inviò Ruslan Utsiev in Inghilterra per portarne a termine la produzione. Utsiev individuò nella società francese TDLR (Thomas De La Rue) l’azienda che avrebbe prodotto il tutto, ma il suo omicidio, avvenuto pochi mesi dopo in circostanze misteriose, bloccò gli effetti del contratto, e la TDLR interruppe i lavori.

Nella foto: il contratto con la fiduciaria francese “Oberthur” mostrato in un film – documentario sulla ChRI ed alcuni schizzi preparatori della nuova moneta nazionale.

Il problema di “chi” dovesse stampare le banconote e di come dovesse riuscire a farle arrivare in Cecenia era, tuttavia, un problema piuttosto secondario rispetto a “quanto valore intrinseco” questa moneta potesse avere. Dudaev desiderava mettere in circolazione le nuove monete per motivi principalmente propagandistici: la nuova repubblica non era ancora stata riconosciuta da nessuno stato sovrano, ed era importante che almeno all’interno dei suoi confini i cittadini ne riconoscessero la “forma” avendone tra le mani i simboli statuali e passandoseli di mano in mano ogni giorno. Minor attenzione era posta sul fatto che, se questa fossa stata priva di copertura in ricchezza reale, essa non avrebbe avuto alcun valore.  In questo senso la problematica principale che il nuovo stato ceceno doveva affrontare era l’apprezzabilità che la nuova moneta avrebbe potuto avere in quel momento: senza adeguate riserve nella Banca Nazionale Cecena, infatti, la valuta si sarebbe presto trasformata in carta straccia. Di questo era convinto l’allora Ministro dell’Economia e delle Finanze, Taymaz Abubakarov, il quale riteneva finanziariamente suicida l’idea di stampare e distribuire senza adeguata copertura monete aventi corso legale solo in Cecenia.

La discussione languì fino al Giugno del 1993, quando Dudaev portò a termine un colpo di stato militare, disperse le istituzioni democratiche della Repubblica ed assunse i pieni poteri. Essendosi assicurato il pieno controllo delle istituzioni, egli nominò l’ex direttore del Comitato per la Riforma Legale, Usman Imaev a capo della Banca Nazionale Cecena, istituto che fino ad allora era esistito quasi solo sulla carta e che Dudaev voleva far diventare la centrale finanziaria del nuovo stato indipendente. Dudaev ordinò di portare a compimento il progetto di dotare la Cecenia di una propria sovranità monetaria in qualsiasi modo. Abubakarov, rimasto in sella dopo il colpo di stato, manteneva le sue forti riserve sul progetto, e chiese che quantomeno l’emissione della moneta fosse garantita da un’equivalente provvista di valuta pregiata nei caveau della Banca. Se così fosse stato fatto, la moneta nazionale cecena avrebbe avuto un tasso di cambio forte ed una certa credibilità nel circuito finanziario internazionale.

IL NAHAR

Imaev ordinò la fabbricazione dei primi lotti di banconote, da introdurre progressivamente nel 1995 prima in affiancamento, poi in sostituzione del rublo russo. Il nome della nuova moneta sarebbe stato “Nahar”, un termine tradizionale della cultura caucasica identificante il concetto di “denaro” e allo stesso tempo toponimo di alcune cime montuose caucasiche. Vennero stampati i primi dagli da 1, 3 e 5 “Naharov” (una sorta di diminutivo per le monete di piccolo taglio) a questi si aggiunsero i tagli più grandi da 10,20,50,100,500 e 1000 Nahar. Un primo contratto per la fabbricazione delle banconote fu firmato con la fiduciaria francese Oberthur, per un costo complessivo di circa 35.000 dollari (20.640.000 franchi francesi). Il contratto poi non andò in porto, ed il governo della ChRI concluse un nuovo accordo con l’azienda tedesca Giesecke & Devrient GmbH, la quale a quanto pare riuscì a stampare 100 tonnellate di banconote di piccolo taglio ed a fare in modo che una parte di queste raggiungesse la Cecenia alla fine del 1994. Lo scoppio della Prima Guerra Cecena e l’occupazione dal paese da parte delle truppe federali impose uno stop al progetto di sovranità monetaria. I magazzini dove si trovavano le nuove monete furono bombardati e distrutti, e quel poco che rimase fu razziato dalle truppe federali e fatto sparire.

(sotto: immagini delle banconote stampate ed inviate in Cecenia nel 1994)

Il progetto riprese soltanto nel 1997, a guerra finita. Nel Settembre di quell’anno venne rimessa in attività la Banca Nazionale Cecena. Condizione di base per la fattibilità del progetto rimaneva tuttavia la presenza di una grossa riserva di valuta pregiata presso la Banca Nazionale, ma tra il Maggio 1997 ed il Febbraio 1998 la Banca Nazionale Cecena registrò trasferimenti da Mosca per “appena” 424 milioni di rubli, mentre 27 – 30 milioni di rubli entravano nei conti dell’istituto dalla raccolta fiscale. Queste risorse non erano neanche lontanamente sufficienti a garantire la messa in circolazione di una moneta nazionale, per la quale era stato previsto un tasso di cambio di 1 a 1 tra Nahar e Dollaro. Inoltre, lasciare quel poco che entrava nelle casse dello stato dentro i caveau della Banca Nazionale era impossibile: il governo era costantemente in arretrato coi pagamenti degli stipendi e delle pensioni, non aveva risorse per finanziare l’economia reale, e non poteva permettersi il “lusso” di trattenere neanche una piccola frazione del denaro in entrata per costituire una riserva a garanzia dei titoli emessi. Così dalla primavera del 1998 il progetto di introdurre il Nahar fu accantonato, ed il governo stabilì che la ChRI sarebbe rimasta agganciata al sistema rublo.  

SOGNI INFRANTI

Nell’estate del 1999 la scarsità di denaro circolante fece riprendere nuovamente in mano al governo l’idea di introdurre il Nahar. Sul momento, vista la tragica situazione economica della repubblica e l’impossibilità di risolvere l’annoso problema della riserva a garanzia, si decise di cominciare ad introdurre obbligazioni di stato nominali in rubli, privi di copertura reale, con i quali tuttavia si sperava di costituirne una ed avviare una campagna di sottoscrizioni pubbliche. Si trattava di titoli registrati validi dieci anni, cedibili solo tramite autorizzazione della banca stessa. L’emissione fu annunciata pubblicamente alla stampa, dopodiché della cosa non si sentì più parlare. Nei mesi seguenti alcuni alti ufficiali della ChRI dichiararono di possedere tali obbligazioni o di essere interessati ad acquistarne, ma ad oggi non ci è pervenuto nessun esemplare di questo prodotto finanziario. La seconda invasione russa nel 1999, la conquista di Grozny e la distruzione (o il saccheggio) dei depositi della Banca Nazionale Cecena fecero tramontare per sempre il sogno separatista di una moneta nazionale dell’Ichkeria. Ad oggi circolano varie banconote attribuite alla ChRI, alcune di queste certamente false, altre probabilmente provenienti dal lotto stampato nel 1993, e sono oggetto di spasmodica ricerca da parte dei collezionisti.

Video in russo dove vengono mostrate banconote ad altri segni identificativi della ChRI

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