Сегодня мы с радостью сообщаем, что в свет вышел русский перевод книги «Свобода или смерть! История Чеченской Республики Ичкерия» . Издание доступно в электронном виде во всех книжных интернет-магазинах и на сайте http://www.ichkeria.net. Также есть возможность приобрести книгу в печатном виде.
Перевод выполнил чеченский писатель и журналист Исмаил Акаев, который также внес весомый вклад в написании и издании этой книги. Для нас это большое достижение: вышел первый том работы на трех языках, к которым скоро добавится четвертый! Мы благодарим всех, кто помог нам осуществить этот проект, ведь ваше доверие и проявляемый интерес дают нам силы продолжать эту по истине большую и значимую работу!
Пользуясь случаем, обращаемся ко всем, кто желает внести свой вклад своими свидетельствами, воспоминаниями и документами в обогащение истории Чеченской Республики Ичкерия. Спасибо каждому читателю!
Today we are pleased to announce that the Russian translation of the book Freedom or Death! History of the Chechen Republic of Ichkeria”. The publication is available in electronic form in all online bookstores and on the website http://www.ichkeria.net. It is also possible to purchase the book in printed form.
Translated by Chechen writer and journalist Ismail Akaev, who also made a significant contribution to the writing and publication of this book. For us, this is a great achievement: the first volume of the work has been published in three languages, to which the fourth will soon be added! We thank everyone who helped us to implement this project, because your trust and interest give us the strength to continue this truly great and significant work!
Taking this opportunity, we appeal to everyone who wishes to contribute with their testimonies, memories and documents to the enrichment of the history of the Chechen Republic of Ichkeria.
Oggi siamo lieti di annunciare che la traduzione russa del libro Libertà o Morte! Storia della Repubblica cecena di Ichkeria”. La pubblicazione è disponibile in formato elettronico in tutte le librerie online e sul sito http://www.ichkeria.net. È possibile acquistare il libro anche in formato cartaceo.
Tradotto dallo scrittore e giornalista ceceno Ismail Akaev, che ha anche dato un contributo significativo alla scrittura e alla pubblicazione di questo libro. Per noi si tratta di un grande traguardo: il primo volume dell’opera è stato pubblicato in tre lingue, a cui presto si aggiungerà il quarto! Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato a realizzare questo progetto, perché la vostra fiducia e il vostro interesse ci danno la forza per continuare questo lavoro davvero grande e significativo!
Cogliendo questa opportunità, facciamo appello a tutti coloro che desiderano contribuire con le loro testimonianze, ricordi e documenti all’arricchimento della storia della Repubblica cecena di Ichkeria.
Il 12 Maggio 1997 la Repubblica Cecena di Ichkeria e la Federazione Russa firmarono un trattato di pace con il quale intendevano porre fine alla Prima Guerra Russo – Cecena. Nonostante che in esso la Russia riconoscesse De Jure la Repubblica Cecena di Ichkeria, le clausole contenute nell’accordo furono interpretate in maniera assai differente dalle due parti. Il diverso approccio tenuto da Mosca e da Grozny rispetto al Trattato di Pace avrebbe impedito la risoluzione pacifica del conflitto, e creato le premesse per una nuova guerra.
Il testo del trattato in inglese e in russo
IL TRATTATO DI MOSCA
Il 12 Maggio1997 la delegazione cecena, composta da Maskhadov, Ugudov e Zakayev raggiunse Mosca, dove procedette alla firma solenne del Trattato di Pace tra la Federazione Russa e la Repubblica Cecena di Ichkeria. La firma del Trattato fu un evento epocale: per la prima volta in quattrocento anni di guerre e tensioni il governo di Mosca e quello di Grozny si promettevano ufficialmente la pace. Vennero firmati due documenti: il primo si intitolava “Trattato di Pace e Principi di Relazione tra la Federazione Russa e la Repubblica Cecena di Ichkeria”, il secondo si chiamava “Accordo tra il governo della Federazione Russa e il governo della Repubblica Cecena di Ichkeria sulla cooperazione economica reciprocamente vantaggiosa e la preparazione delle condizioni per la conclusione di un trattato su vasta scala tra la Federazione Russa e la Repubblica Cecena di Ichkeria”. I due documenti, dagli altisonanti titoli, avrebbero dovuto essere la base giuridica sulla quale si sarebbero costruiti i rapporti tra Russia e Cecenia. Il “Trattato di Pace” iniziava con un epico preambolo riguardo la reciproca volontà di “[…] Porre fine al confronto secolare, cercando di stabilire relazioni forti, uguali e reciprocamente vantaggiose […]”. Un iniziò di tutto rispetto, dal quale ci si aspetterebbe un lungo ed articolato Trattato. E invece niente di questo. Il Documento si costituiva di cinque articoli, e soltanto tre contenevano qualcosa di politicamente rilevante. In essi Russia e Cecenia si impegnavano:
A rinunciare in modo permanente all’uso ed alla minaccia dell’uso della forza come forma di risoluzione di eventuali controversie;
A Costruire le loro relazioni conformemente ai principi ed alle norme generalmente riconosciuti dal diritto internazionale, e ad interagire in aree definite da accordi specifici;
A considerare il Trattato come base per la conclusione di qualsiasi altra negoziazione.
Di per sé le tre affermazioni possono essere considerate solide basi di negoziazione politica, ma a ben guardare si prestano a molteplici interpretazioni, come tutti gli altri “documenti”, “dichiarazioni” e “protocolli” firmati fino ad allora dalla marea di delegazioni che fin dal 1992 avevano cercato di trovare un accordo tra le parti. In particolare Maskhadov considerò il Trattato come il riconoscimento dell’Indipendenza cecena, dichiarando che la sua sottoscrizione apriva “Una nuova era politica per la Russia, il Caucaso e l’intero mondo musulmano”. Uno dei funzionari della politica estera cecena, delegato in Danimarca per conto della Repubblica Cecena di Ichkeria, Usman Ferzauli, quando venne inviato da Maskhadov a firmare le Convenzioni di Ginevra, dichiarò: “[…] La Russia, firmando nel maggio 1997 il Trattato di Pace con la Repubblica Cecena di Ichkeria di fatto ha riconosciuto la Repubblica. Abbiamo il diritto di considerarci un soggetto di diritto internazionale. […].”. Anche alcuni ricercatori internazionali, come Francis A. Boyle, professore presso il College Law dell’Università dell’Illinos, produssero ricerche giuridiche sul Trattato. Nella discussione di Boyle si legge: “L’elemento più importante del trattato è il suo titolo: “Trattato sulla pace e i principi delle interrelazioni tra la Federazione russa e l’Ichkeria della Repubblica cecena”
Maskhadov ed Eltsin si stringono la mano
IL PARERE FAVOREVOLE
“Secondo i principi di base del diritto internazionale, un “trattato” è concluso tra due stati nazionali indipendenti. In altre parole, il CRI viene trattato dalla Federazione Russa come se fosse uno stato nazionale indipendente ai sensi del diritto e delle prassi internazionali. […] Allo stesso modo, l’uso del linguaggio “Trattato sui … principi di interrelazione” indica che la Russia sta trattando la CRI come uno stato nazionale indipendente anziché come un’unità componente della Federazione Russa. Normalmente, “i principi delle interrelazioni” tra uno stato federale come la Federazione Russa e un’unità componente sono determinati dalla Costituzione dello stato federale. Questo documento non dice nulla della Costituzione della Federazione Russa. […]Certamente l’elemento più importante del titolo del Trattato è l’uso del termine “Repubblica Cecena di Ichkeria”. Questo è il nome preciso che il popolo ceceno e il governo ceceno hanno deciso di dare al loro stato nazionale indipendente. In altre parole, ancora una volta, la Federazione Russa ha fornito ai Ceceni il riconoscimento di fatto (anche se non ancora di diritto) come stato nazionale indipendente alle loro condizioni. […] L’articolo 1 del trattato è sostanzialmente in linea con il requisito dell’articolo 2, paragrafo 4 della Carta delle Nazioni Unite secondo cui gli Stati membri “si astengono dalle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza ….” Allo stesso modo, la Carta delle Nazioni Unite Articolo 2, paragrafo 3, impone agli Stati membri di “risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici ….” Quindi, con questo Trattato, la Federazione Russa ha formalmente riconosciuto il suo obbligo di trattare la CRI in conformità con questi due requisiti fondamentali della Carta delle Nazioni Unite. […] Il secondo articolo dell’accordo è estremamente importante: “Costruire le nostre relazioni corrispondenti ai principi e alle norme generalmente accettati del diritto internazionale …” Secondo la mia opinione professionale, l’unico modo in cui l’articolo 2 del presente trattato può essere correttamente letto alla luce di tutto ciò che è stato detto in precedenza nel suo testo è che la Federazione russa sta trattando l’IRC come se fosse di fatto (anche se non ancora de jure) stato nazionale indipendente ai sensi del diritto e delle prassi internazionali, con una propria personalità giuridica internazionale. Solo gli stati nazionali indipendenti sono soggetti ai “principi e norme generalmente accettati del diritto internazionale”. […].”
Accordi di Khasavyurt: Maskhadov e Lebed si stringono la mano
IL PARERE CONTRARIO
Il governo Russo negò questa interpretazione, considerando l’assenza di qualsiasi affermazione chiara in merito. Rispetto a questo, negli anni successivi sarebbe sorto un lungo dibattito, il che già di per sé dimostra quanto generici fossero gli impegni assunti dalle parti e quanto poco chiaro fosse il documento in se. In una sua trattazione del tema, il ricercatore russo Andrei Babitski scrisse:
“L’essenza di questo documento è semplice. E’ solo un documento sulla cessazione delle operazioni militari. […] Non menziona la capitolazione da parte di nessuna delle parti, non proclama nessuno vincitore e non formula principi chiari per governare le relazioni tra Russia e Cecenia. La risposta a queste domande è stata rinviata. La cosa più importante era terminare la guerra.”.
Silvia Serravo, ricercatrice esperta in questioni caucasiche, specificò in un’intervista:
“Il documento contiene la possibilità di interpretazioni diverse. […] L’indipendenza della Cecenia non è stata riconosciuta. Tuttavia, il documento ha reso possibile, almeno per la parte cecena, interpretarlo come il riconoscimento da parte della Russia dell’indipendenza cecena. […] Il trattato può certamente essere considerato un risultato. […] Tuttavia si può sempre speculare sulla misura in cui le parti erano sincere quando fu firmato questo documento e se la conclusione del Trattato si basava su alcuni motivi fraudolenti.”
INDIPENDENZA “SOSPESA”
Il secondo documento, collaterale al primo, conteneva un altra generica serie di intese difficilmente realizzabili. In esso si definiva l’attuazione dei contenuti degli Accordi di Khasavyurt in fatto di ripristino dei servizi vitali per la popolazione civile, il regolare pagamento delle pensioni e degli stupendi pubblici da parte della Federazione Russa, il pagamento di un risarcimento alle vittime dei combattimenti, la “piena attuazione del programma di ripristino del complesso socioeconomico” del paese, il rilascio di ostaggi e prigionieri, e lo scioglimento della Commissione Governativa congiunta riguardo alla gestione del periodo interbellico, contemporaneamente all’entrata in vigore del Governo uscito dalle Elezioni del Gennaio precedente.
Se il primo documento, come abbiamo visto, poteva lasciar pensare che la Russia volesse trattare la Cecenia come uno Stato indipendente, il secondo assomigliava molto ad un accordo interfederale tra una repubblica autonoma bisognosa di aiuto ed un governo centrale che intendeva corrisponderglielo. Particolarmente evidente era l’impegno, da parte di Mosca, di erogare gli stipendi pubblici dell’amministrazione cecena. Questo passo è fondamentale, perchè accettandolo Maskhadov riconobbe implicitamente l’autorità di Mosca di mantenere la struttura amministrativa della Cecenia esattamente come faceva ai tempi dell’Unione Sovietica. Non un solo accenno era previsto riguardo al riconoscimento, anche formale, all’indipendenza del paese. Il Trattato di Pace firmato da Maskhadov fu un documento utile ad accreditare lui presso l’opinione pubblica ma fallì nel rappresentare uno strumento diplomatico utile a risolvere alcunchè. Certamente pose ufficialmente fine alla guerra e ad ogni palese ingerenza del governo federale sulla politica interna del paese, ma niente oltre a questo.
Il Trattato non riconobbe in maniera inequivocabile l’indipendenza del paese, ma si limitò a stabilire gli strumenti tramite i quali i due stati avrebbero comunicato tra loro. Dette ampia libertà di interpretazione sia al governo ceceno, che vide in quelle poche righe un implicito riconoscimento da parte di Mosca, che al governo russo, che ci riconobbe esclusivamente l’impegno assunto a riportare su binari politici il conflitto. Sul momento comunque sia Maskhadov che Eltsin poterono dirsi soddisfatti: il primo tornava in patria con un trattato di pace tra le mani, qualcosa che i Ceceni non avevano mai visto in tutta la loro storia. Il secondo tirava un sospiro di sollievo e metteva un temporaneo tampone a quella emorragia di consensi che era stata la Prima Guerra Cecena.
Il Governo Zakayev ha organizzato una manifestazione davanti al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, per spingere la corte a prendere in esame la documentazione presentata nel 2018 inerente i crimini commessi dalle forze della Federazione Russa in Cecenia. Il raduno, documentato da NEP Prague, verrà proposto dall’emittente in una serie di video. Di seguito pubblichiamo il primo tra questi, corredato di sottotitoli in italiani realizzati da Francesco Benedetti
“Il Tribunale dell’Aia per Putin. Il Tribunale dell’Aia per la Russia. “ Sottotitoli in italiano