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Akhmed Zakayev a Rimini (11/12/2022) “Da dove viene l’espressione ‘La Cecenia fa parte della Russia’?”

Quello che segue è il testo integrale dell’intervento presentato dal Presidente del Gabinetto dei Ministri del governo ceceno, Akhmed Zakayev, al Congresso Nazionale dei Radicali, svoltosi a Rimini tra il 9 e l’11 Dicembre 2022. Lo avevamo tradotto per l’occasione dall’inglese, affinchè potesse essere distribuito agli astanti. Lo riproponiamo ai lettori di questo blog.

11.12.2022 Rimini, Italia

Signor Presidente,

Signore e signori,

All’inizio del mio intervento, vorrei ringraziare gli organizzatori di questo forum. In particolare ” Radicali Italiani ”. così come tutti i membri del movimento.

Da più di 30 anni partecipo direttamente ai processi militari e politici in corso sia all’interno della stessa Cecenia, sia – ora – al di fuori della Cecenia. Le informazioni rilasciate dagli uffici stampa dei ministeri e delle agenzie russe hanno lo scopo di distogliere l’attenzione da fatti oggettivi. Gli ideologi del Cremlino praticano ancora la teoria totalitaria secondo cui se ripeti mille volte una bugia, diventerà la verità. Preferisco l’affermazione di Abraham Lincoln: che puoi ingannare alcune persone per sempre, e tutte le persone per qualche tempo, ma mai tutte le persone per sempre.

Il presente e il futuro di qualsiasi conflitto devono essere definiti innanzitutto dalla natura di quel conflitto. Probabilmente avrete sentito dozzine di versioni delle origini del conflitto tra Russia e Cecenia. Le riserve petrolifere e il terrorismo islamico internazionale hanno poco o nulla a che fare con l’origine del conflitto. Vorrei spiegare di cosa ha così paura il governo russo.

Dall’inizio della guerra russo-cecena, l’11 dicembre 1994, ogni tentativo della comunità mondiale di impegnarsi nella soluzione pacifica del conflitto è stato bloccato dalla tesi dell’integrità territoriale della Federazione Russa. Oggi che il nostro conflitto è degenerato in un circolo vizioso, è estremamente importante esaminarlo dal punto di vista della sua legalità. Epiteti come “autodichiarato”, “separatista”, “ribelle” o “non riconosciuto” sono spesso usati per descrivere la Repubblica cecena. Essi non si basano su fatti storici e legali.

Lo status sovrano della Repubblica cecena è legittimo quanto lo era l’URSS. Nell’aprile 1990, durante le riforme del sistema sovietico di Gorbaciov, il Soviet Supremo dell’URSS adottò due leggi di fondamentale importanza per le nazioni dell’Unione Sovietica.

Il 10 aprile 1990. “Sulla base dei rapporti economici tra l’URSS e l’Unione e le Repubbliche Autonome” Poi il 26 aprile 1990 “Sulla divisione dell’autorità tra l’URSS ei sudditi della Federazione”. Questa normativa conteneva, accanto a disposizioni più generali, una serie di articoli che modificarono radicalmente lo statuto delle repubbliche autonome. Da quel momento esse condivisero gli stessi diritti delle altre repubbliche sovrane. Entrambi i tipi di repubbliche godettero del diritto alla “libera autodeterminazione dei popoli”.

Il 27 novembre 1990 , a seguito di un editto ufficiale del Soviet Supremo dell’URSS, il Soviet Supremo della Repubblica ceceno-inguscia ha adottato una Dichiarazione sulla sovranità dello Stato.

Per tutta la vita dell’URSS, tutto ciò che aveva a che fare con lo status giuridico, la “statalità” ei confini delle varie entità etniche all’interno del paese era prerogativa esclusiva del Soviet Supremo dell’URSS.

Il motivo per cui sto entrando così nei dettagli è perché possiate capire che non c’è stata alcuna rivolta, nessuna presa del potere da parte di separatisti armati. La sovranità della Repubblica cecena è stata stabilita dall’adozione nell’URSS di diverse nuove leggi nell’aprile 1990, e quindi era assolutamente legale e legittima ai sensi del diritto sovietico, del diritto russo e del diritto internazionale.

Quindi, quando l’Unione Sovietica fu sciolta nel dicembre 1991, la Repubblica cecena esisteva da più di un anno come stato sovrano, riconosciuto nell’ordinamento giuridico dell’URSS, uguale a tutte le “Repubbliche dell’Unione” (Russia, Georgia , Ucraina, Stati baltici e altri) e si stava preparando a firmare il Trattato dell’Unione aggiornato.

Lo status paritario della Repubblica cecena è stato infatti riconosciuto dal governo della Russia nel 1992, in occasione della spartizione ufficiale delle armi e dei beni dell’ex esercito sovietico che si trovavano nella Repubblica di Cecenia. Una simile divisione delle armi e dei beni dell’esercito sovietico ebbe luogo tra la Russia e tutte le ex repubbliche dell’URSS.

Il 1992 è stato un anno chiave per la Repubblica cecena a causa di altri due eventi che hanno avuto luogo: il primo è stato l’adozione della nostra Costituzione, che ha confermato lo status della Repubblica cecena come Stato sovrano democratico. La seconda è stata la firma del Trattato federale in Russia, cui la Repubblica cecena non ha partecipato.

Akhmed Zakayev

Da dove viene l’espressione “la Cecenia fa parte della Russia”?

Nell’ottobre 1993 il presidente Eltsin ordinò alle truppe di sparare sul parlamento russo e disperse l’assemblea. Quando il presidente Eltsin ordinò un referendum per una costituzione russa, non esisteva né il parlamento russo né la costituzione russa. Poiché la Repubblica cecena aveva un parlamento dal 1991, il quale aveva adottato una costituzione nel 1992, la Repubblica cecena non ha partecipato al referendum russo. La Costituzione russa contiene un articolo in cui si afferma che lo Stato russo è uno Stato federale, composto da soggetti che hanno firmato volontariamente il Trattato federale. Un altro articolo afferma che la Repubblica cecena è un soggetto della Federazione Russa. La presidenza russa ha violato tutte le possibili norme legali quando ha incluso la Repubblica cecena come “soggetto” della Federazione Russa nella Costituzione russa.

Nel 1994, dopo tre anni e mezzo di terrorismo di stato, di ricatti, di tentativi di indebolire la leadership cecena, che non sono riusciti a far capitolare la Repubblica cecena, la Russia ha scatenato un’invasione militare su vasta scala. Questa guerra fu cinicamente dichiarata per “l’instaurazione dell’ordine costituzionale”, mentre in realtà fu una guerra che violava tutti i principi del diritto internazionale, comprese le Convenzioni di Ginevra che regolano le norme di guerra.

Nel 1996 la guerra finì e tutte le truppe russe furono ritirate dalla Repubblica cecena. Nel gennaio 1997, con l’attivo supporto metodologico e logistico dell’OSCE e in conformità con la Costituzione cecena del 1992, la Cecenia ha tenuto le elezioni presidenziali e parlamentari, ufficialmente riconosciute dal Consiglio d’Europa che ha inviato un gran numero di osservatori, e dalla stessa Federazione Russa.

Il 12 maggio 1997è stato firmato il documento più importante di tutta la storia dei rapporti tra Russia e Cecenia. Il trattato di pace che ha stabilito i principi fondamentali per le relazioni tra la Federazione Russa e la Repubblica cecena di Ichkeria .

Il difficile ma chiaramente promettente processo di creazione di relazioni interstatali reciprocamente accettabili tra la Russia e la Repubblica cecena fu interrotto nel 1998, quando il Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, presieduto da Putin, il quale era anche direttore dell’FSB, pose un clamoroso freno al processo negoziale.

Al nostro governo viene spesso rimproverata l’accusa di aver avuto il tempo e l’opportunità dopo la fine della prima guerra russo-cecena di rafforzare e affermare la nostra sovranità. Posso affermare con piena autorità che in realtà non abbiamo avuto né il tempo, né l’opportunità, e questo perché i servizi segreti russi hanno immediatamente avviato seri preparativi per una seconda guerra. Hanno scatenato una dura ondata di operazioni terroristiche contro la Cecenia, che includevano esplosioni, omicidi e rapimenti, in particolare di stranieri e giornalisti. Molti noti politici hanno dichiarato pubblicamente che la Cecenia doveva essere portata a uno stato tale da implorare in ginocchio di poter rientrare nella Federazione Russa.

Dopo lo scioglimento dell’URSS, i sostenitori di un forte governo centrale in Russia si lamentavano che non esisteva più un’idea unificatrice e quindi che ciò che restava del grande impero russo, la Federazione Russa, avrebbe potuto sgretolarsi. Il Cremlino ha trovato l’idea che era necessaria. Hanno sostituito l’idea di Marx di combattere il capitalismo con l’idea di combattere il terrorismo. Il vantaggio della nuova idea era che quando si trattava di teoria e pratica degli atti di terrore, la Russia era stata il leader mondiale per tutto il XX secolo, e in tutti i continenti.

Vi interesserà sapere che durante la prima guerra del 1994-1996 siamo stati etichettati come banditi, separatisti, fascisti, ogni sorta di cose, ma nessun politico russo si è sognato di chiamarci fondamentalisti o terroristi islamici, figuriamoci terroristi internazionali.

Il Cremlino aveva già esperienza nel collegare la questione cecena con i problemi internazionali. Stalin, ad esempio, quando affrontò la questione cecena nel 1944 (deportando l’intera nazione nelle steppe del Kazakistan e della Siberia), accusò il popolo ceceno di collaborare con i tedeschi fascisti, anche se i nazisti non riuscirono mai ad occupare la Cecenia. Gli alleati democratici di Stalin potevano allora trovare comprensibili le sue affermazioni. Nel nostro tempo, presentare la Cecenia come uno dei principali focolai del terrorismo islamico internazionale sembra adattarsi convenientemente all’opinione pubblica russa, ma anche a quella dell’Occidente.

Akhmed Zakayev parla alla Camera dei Deputati in Italia

Negli ultimi anni i liberal-democratici russi ci hanno parlato dei processi negativi che hanno avuto luogo e sono tuttora in corso in Russia. Sono profondamente convinto che ciò che il regime di Putin ha fatto in Russia sia la conseguenza e il riflesso di quanto è accaduto, e continua ad accadere, in Cecenia.

L’isteria anti-cecena fomentata dal Cremlino che gode dell’appoggio della maggioranza assoluta della società russa, democratici compresi.

Menzogne spudorate, illegalità e crimini crudeli sono gli strumenti della politica russa nei confronti della Cecenia. Infiammata dalla propaganda della Grande Potenza, la società russa acconsentì prontamente ai mezzi ovvi e malvagi usati contro i ceceni, e quando questi iniziarono ad essere usati contro gli stessi russi era già troppo tardi per cambiare qualcosa.

Una campagna di terrore contro una piccola nazione non può portare a risultati positivi. Le prevedibili conseguenze di una guerra criminale scatenata contro la Cecenia sono state una restrizione delle libertà democratiche, inclusa l’abolizione della libertà di parola, della libertà per l’attività imprenditoriale privata e della libertà per le minoranze religiose. Procedimenti penali politicamente motivati, persecuzione delle organizzazioni per i diritti civili, violazione dei diritti elettorali dei cittadini, fascismo sempre più forte e grave interferenza negli affari interni degli stati vicini: questi sono tutti risultati naturali della criminale guerra anti-cecena, che continua nel suo 28 anno.

Il rifiuto della Russia di riconoscere l’indipendenza della Repubblica cecena, e il conseguente scatenarsi di una guerra, ha creato false aspettative in molte persone riguardo alla possibile risoluzione dei conflitti post-sovietici. La Georgia, la Moldavia ei loro amici volevano vedere la Russia soggiogare la Cecenia il prima possibile, immaginando che dopo questo sarebbe stata ripristinata la loro “integrità territoriale”.

I bombardamenti a tappeto di villaggi e città, la violazione di ogni norma militare, le pulizie etniche e il genocidio commessi durante le due guerre anti-cecene erano tutti considerati affari interni della Russia.

Putin era fiducioso che gli attuali leader occidentali non avrebbero mai cambiato il loro atteggiamento pubblicamente dichiarato nei confronti della Russia , qualunque cosa faccia.

Il regime russo è emerso nella sua forma attuale in gran parte grazie all’incoraggiamento che la Russia ha ricevuto dagli stati occidentali nella sua barbara guerra contro la Cecenia, uno dei conflitti più sanguinosi e violenti in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. 300 mila civili , di cui oltre 40mila bambini , sono stati uccisi in Cecenia.

 Sono profondamente convinto che gli interessi economici di alcuni paesi e gli interessi politici di alcuni politici non debbano essere superiori al destino di un intero popolo. Sono anche assolutamente sicuro che la mancanza di un’adeguata reazione del mondo occidentale alla tragedia cecena sia la ragione principale per cui la Russia ha commesso un’aggressione militare contro la Georgia e l’Ucraina.

Sono lieto che il mondo si sia reso conto che la politica di pacificazione non può essere continuata e abbia condannato fermamente l’aggressione russa contro l’Ucraina.

I ceceni sono stati coinvolti in questa guerra dalla parte degli ucraini dal 2014. Putin, durante l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, ha attirato i cosiddetti Kadyroviti nelle file degli occupanti russi. Questa decisione è stata presa con l’obiettivo di portare odio tra ceceni e ucraini. Ma grazie alla saggezza del popolo ucraino e alle azioni corrette del governo della CRI in esilio, Putin non è riuscito a raggiungere questo obiettivo. Il 26 febbraio Bruxelles ha ospitato una riunione del Comitato di Stato per la Disoccupazione della CRI, di cui sono a capo, in qualità di capo del governo della CRI in esilio. In questo incontro si decise di formare distaccamenti di volontari tra i ceceni in Europa per partecipare alla guerra a fianco degli ucraini. Lo stesso giorno, abbiamo annunciato questa decisione attraverso i media. Mi sono anche rivolto al presidente Zelensky sulla necessità di concludere un accordo sulla cooperazione militare tra le parti. In modo che la partecipazione dei ceceni a un conflitto armato non contraddica la Convenzione di Ginevra del 1949 e il protocollo aggiuntivo del 7 dicembre 1978 “Protezione delle persone che partecipano alle ostilità”, in modo che questa persona non rientri nell’articolo “mercenari” della suddetta Convenzione.

Il 28 maggio, nella città di Kiev, è stato firmato un accordo di mutua assistenza e sostegno tra i dipartimenti militari dell’Ucraina e la CRI. Da quel momento è in corso la formazione di una brigata separata per scopi speciali come parte della legione straniera dell’Ucraina. Due battaglioni sono lì dal 2014. Due battaglioni sono stati formati dopo la firma di un accordo interdipartimentale. E al momento, il terzo battaglione sta venendo reclutato.

Ora vorrei divagare leggermente dall’argomento principale e citare il primo presidente della Repubblica cecena di Ichkeria , Dzhokhar Dudayev, il quale ha detto nel 1995: “quando il sole della libertà sorgerà in Ucraina, verrà la fine dell’Impero russo”.

Infatti, oggi, in connessione con la guerra in Ucraina, il mondo si sta riorganizzando e l’Ucraina è diventata il leader del mondo libero.

La mia fiducia è rafforzata dal fatto che il 18 ottobre la Verkhovna Rada dell’Ucraina ha riconosciuto il genocidio del popolo ceceno e che il territorio della Repubblica cecena di Ichkeria è stato temporaneamente occupato dalla Russia. Questo è un evento epocale nella storia della formazione dello stato ceceno. Questo apre grandi opportunità per il governo della CRI in esilio.

Sono sicuro che oggi il mio popolo, come mai prima nella sua storia, è vicino al ripristino della propria statualità. E garantisco che con l’aiuto dell’Onnipotente, il nostro governo all’estero non perderà questa occasione storica.

Grazie a tutti.

Akhmed Zakayev

Presidente del Gabinetto dei Ministri della Repubblica Cecena di Ichkeria

Capo del Comitato per la De – Occupazione della Repubblica Cecena di Ichkeria

“Putin ha iniziato con la mia Cecenia, non si fermerà finchè esisterà l’impero russo” – Monica Perosino intervista Akhmed Zakayev

Quello che segue è il testo integrale di un’intervista realizzata dalla giornalista Monica Perosino de La Stampa al Presidente del Gabinetto dei Ministri della Repubblica Cecena di Ichkeria.

Monica Perosino

Ahmed Zakayev non ha perso il timbro morbido dell’attore, il russo forbito degli studi a Mosca, le maniere pacate da uomo di cultura e diplomazia. Ma oggi, in una casetta di legno in Ucraina, indossa una maglia militare e la voce trema impercettibilmente quando parla di Mariupol, che «sembra Groznyj», la “sua” Groznyj. Il leader del governo ceceno in esilio è il volto di quello che avrebbe potuto essere la Cecenia ma non è. Lui, uno dei pochi comandanti sopravvissuti alle due guerre con la Russia post-sovietica, della battaglia contro la voracità di Mosca ha fatto ragione di vita: «Dai tempi degli zar a Vladimir Putin la Russia è lo stesso impero colonialista. L’invasione dell’Ucraina non è che una conseguenza delle sue ambizioni imperiali, come lo era la guerra contro la Cecenia e come saranno le prossime guerre finché questa idea imperialista non si dissolverà». In questi giorni Zakayev è in Ucraina, per coordinare i battaglioni ceceni che combattono a fianco delle forze di Kiyv. Neanche un mese fa il parlamento ucraino aveva riconosciuto la Repubblica Cecena di Ichkeria. «Si tratta di un gesto molto più che formale» ha scritto Zakayev in una lettera inviata ai Radicali Italiani, che da anni si battono per l’autodeterminazione del popolo ceceno e lottano per l’incriminazione davanti al Tribunale dell’Aja di Vladimir Putin per i crimini di guerra compiuti in Ucraina. «Il popolo ucraino ha riconosciuto nella nostra battaglia la sua stessa battaglia, nelle nostre sofferenze le sue stesse sofferenze, nel nostro destino il suo stesso destino. Non potrà mai esserci libertà per nessuno, finché un solo popolo, e addirittura un solo uomo, dovrà subire la schiavitù».

Presidente Zakayev, nella sua prima vita faceva l’attore, poi il ministro della Cultura. A un certo punto si è trovato con un fucile in mano.

<C’è stato un tempo in cui svolgevo una professione pacifica e creativa: dopo il diploma in Teatro ho lavorato per anni come attore, poi sono diventato ministro della Cultura. Ma quando nel 1994 la Russia ci ha aggrediti io, come migliaia di altri ceceni – medici, insegnanti, cantanti, scrittori, poeti –, ho dovuto imbracciare le armi. Quando le bombe sono iniziate a cadere e i veicoli corazzati sono entrati nelle nostre città non abbiamo avuto altra scelta che cercare di proteggere le nostre famiglie, di difendere la nostra libertà>.

Negli anni di Gorbaciov la formazione di uno Stato ceceno sembrava possibile?

<Sì, continuavo a ripetere: la formazione del nostro Stato è perfettamente in linea con le leggi adottate dal Soviet Supremo dell’URSS nell’aprile 1990 e coerente con i principi e le norme del diritto internazionale. La creazione di una nostra statualità era assolutamente legittima, così come i processi politici in atto nella nostra repubblica in qui tempi. Sono state le riforme avviate da Gorbaciov che ci hanno permesso, come altre Repubbliche dell’Unione Sovietica, di dichiarare la Sovranità di Stato>.

Mikhail Gorbachev

Che cosa significa per la Cecenia – ma anche per la Georgia, ad esempio – essere indipendenti dalla Russia?

<L’indipendenza dalla Russia è la garanzia di poter avere un futuro. La liberazione dalla mano coloniale della Russia è l’unica strada per garantire ai popoli di Ucraina, Georgia, Cecenia-Inguscezia, Repubblica cecena di Ichkeria, e altre repubbliche nazionali la sicurezza e libertà, presente e futura>.

Lei ha combattuto anche durante il terribile assedio di Grozny, l’attacco che l’esercito della Federazione Russa mise in atto fra la fine di dicembre del 1994 e gli inizi di marzo 1995 nell’ambito della Prima guerra cecena. Cose le viene in mente oggi, quando ci pensa?

<A Mariupol. Mariupol è la Grozny ucraina. Entrambe le città sono state rase al suolo, nello stesso identico modo. A Mariupol i russi hanno agito esattamente come a Grozny>.

Secondo lei perché lOccidente ha chiuso gli occhi di fronte alla tragedia della guerra cecena?

<Perché l’Occidente era sicuro che la Russia si sarebbe fermata in Cecenia. Non capivano che la Russia, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, non era cambiata nella sua essenza: le ambizioni russe sono sempre state ambizioni imperiali e tali sono rimaste. Ma l’Occidente fu ingannato dalla leadership russa, in particolare da Eltsin e dal Kgb. Parlando al Congresso degli Stati Uniti nel 1992, dopo il crollo dell’URSS, mentre lodava l’America (“la grande terra di libertà e democrazia”) Eltsin dichiarò che tutti gli orrori del mostro comunista non si sarebbero mai più ripetuti, che la Russia aveva

spezzato la spina dorsale a questo mostro. E l’Occidente gli ha creduto.  C’è stata una connivenza criminale, che ha consentito a Eltsin di distruggere interi Paesi nel cuore dell’Europa, con la scusa di normalizzare le relazioni con Mosca.  Il destino della Cecenia, di una nazione intera, è stato tradito e barattato in cambio del benessere e in cambio delle risorse energetiche che l’Occidente e l’Europa ricevevano dalla Russia. Non è stato un errore, è stato un crimine contro il popolo ceceno>.

Manifestazione indipendentista a Grozny

È corretto dire che la guerra scatenata da Putin in Ucraina è una sorta di prosecuzione di quella cecena?

<Assolutamente sì. La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina è una continuazione della guerra della Russia contro la Cecenia. Negli ultimi anni la Russia, dopo aver rafforzato le forze armate, ha iniziato a impadronirsi e a conquistare i Paesi vicini. È partita dalla Repubblica cecena di Ichkeria e oggi è già arrivata in Ucraina. Se il mondo avesse fermato la Russia allora, non ci sarebbe stata la guerra in Georgia nel 2008, né oggi in Ucraina. Quella di oggi è la continuazione della guerra che la Russia ha scatenato nel 1994”.

Lei sa che in Occidente, molto spesso parla di «ceceni» e si pensa ai <kadiroviti>, non le fa rabbia?

<Quelli che chiamate “kadiroviti” sono un prodotto russo, quello che Mosca ha fatto a una parte di ceceni con il tacito consenso dell’Occidente. Perché in tutti questi 22 anni di occupazione e fino al 24 febbraio l’Occidente ha sostenuto sia Putin che il regime di Kadyrov in Cecenia. I ceceni sono stati le vittime di questa tragedia, dell’occupazione, dell’ingiustizia. Siamo rimasti soli con questo mostro, anzi, peggio, siamo stati semplicemente traditi. Il mondo si è schierato dalla parte del nostro carnefice. E in tutti questi anni l’ha nutrito e lo ha sostenuto, definendo lo sterminio del popolo ceceno “un affare interno della Russia”. Quando nel 1944 tutti i ceceni, che si opponevano alla sovietizzazione, vennero deportati (in  Kazakhistan e Kirghizistan, ndr), perché, spiegò Stalin agli alleati, “avevano collaborato con i nazisti”. L’Occidente chiuse un occhio, aveva ben presente cosa significasse “nazista”. Stesso schema nel 1994, quando hanno cercato di dire che i ceceni erano affiliati alla mafia ceca, stesso schema per tutti gli Anni 90, quando per qualsiasi crimine fosse commesso in Russia fosse incolpato un ceceno. Poi, dopo l’11 settembre, venne il momento degli “islamisti radicali”. Putin e l’Fsb avevano bisogno di ridurre il “problema ceceno” al problema dei “radicali musulmani”. Il 24 ottobre 2001 Putin dichiarò, mentre la seconda guerra in Cecenia era in corso, di essere pronto ad entrare a far parte della coalizione internazionale per combattere il terrorismo internazionale, ma in cambio voleva che la situazione in Cecenia fosse stata considerata nel contesto della lotta al terrorismo internazionale. E questo, a un certo punto, ha influenzato la comprensione dei politici occidentali, che hanno chiuso un occhio su ciò che Putin sta facendo in Cecenia.

Ramzan Kadyrov stringe la mano a Vladimir Putin

E Ramzan Kadyrov?

<È un collaborazionista, un traditore nazionale, come Quisling. Nei Paesi conquistati ci sono sempre persone che tradiscono il proprio popolo. Kadyrov è un traditore totale, un deviato senza educazione e senza scrupoli, di una spudoratezza e di una violenza senza limiti. Putin ha compreso bene la sua essenza, e lo ha nominato dopo aver eliminato suo padre>

Se Putin non ci fosse le cose sarebbero diverse?

“Certo che no. Finché esisterà l’idea di un impero russo queste guerre non si fermeranno. La strategia per l’Ucraina, per la Georgia, per la Cecenia, è stata sviluppata quando Putin lavorava ancora come taxista. Putin, che ora è al potere, sta semplicemente implementando questa strategia. Quindi, spostare la responsabilità solo su Putin e contare sul fatto che con un cambio di regime la situazione cambierà è un grosso errore. Per fare in modo che la Russia cessi di rappresentare una minaccia per il resto del mondo, non solo per i suoi vicini e per l’Ucraina, questo paese nella forma in cui esiste oggi, deve semplicemente cessare di esistere. Come si può fare? Non lo so, ma so che sarà possibile solo dopo la sconfitta militare della Russia in Ucraina, perché cesserà di esistere per come la conosciamo>

A Londra ha conosciuto Alexander Litvinenko, che rapporto c’era tra di voi?

<Eravamo molto amici, lavoravamo insieme. Nel 2004, il presidente della CRI Aslan Maskhadov mi ha nominato presidente della Commissione per le indagini sui crimini di guerra commessi dalla Russia in Cecenia e su mio suggerimento, Aslan ha incluso in questa commissione sia Alexander Litvinenko che Anna Politkovskaya. Anna Politkovskaya, trovandosi nel territorio della Repubblica cecena, sapeva dove e in quali luoghi erano dislocati i militari russi e chi li comandava, e Alexander Litvinenko conosceva queste persone in servizio, faceva parte del quartier generale, che si trovava a Nalchik, durante la prima guerra russo-cecena – il quartier generale principale della direzione dell’FSB per il la Cecenia. E conosceva tutti quelli coinvolti nella guerra. Penso che, in larga misura, la morte di Alexander e di Anna sia legata alla Commissione sui crimini di guerra>.

Alexander Litvinenko

Cosa le è rimasto impresso di Litvinenko?

<Stavamo parlando delle esplosioni del 1999 (una serie di attentati che hanno colpito quattro condomini nelle città russe di Buynaksk, Mosca e Volgodonsk, che hanno causato la morte di oltre 300 persone, e che, insieme all’invasione del Daghestan, hanno innescato  la seconda guerra cecena, ndr). Io non credevo che gli attentati fossero stati fatti dall’Fsb, all’epoca diretto da Putin, era troppo difficile credere che i russi, che gli stessi servizi speciali russi, potessero far saltare in aria i loro cittadini. Ma Litivinenko la pensava diversamente. Mi disse: “Akmed, metti alla prova la tua fantasia e pensa a qualcosa di terribile, la cosa peggiore che una persona possa fare, la più spaventosa. Qualunque cosa ti venga in mente ti dimostrerò che i servizi russi – dallo zarista Okhrana all’Fsb di oggi – l’ha già fatta. La cosa più terribile che il cervello umano possa immaginare, l’hanno già fatta”. E da quel momento in poi non metto in dubbio nulla per quanto riguarda i servizi speciali russi. Possono fare di tutto per salvare questo sistema. Possono sacrificare chiunque per salvare questo sistema. Questo è ciò che il mondo intero dovrebbe ricordare”.

Secondo lei come finirà questa guerra?

<Sono appena tornato dal Kherson, e posso dire con sicurezza che l’Ucraina non si tirerà indietro. Anche se l’Occidente dovesse stancarsi e la lasciasse sola contro la Russia, l’Ucraina non si arrenderà mai. L’Ucraina si batterà per i suoi territori, per la sua terra e per il suo futuro. Non ci sono dubbi su questo. Sono altrettanto sicuro che l’Occidente sosterrà l’Ucraina fino alla fine, ormai è troppo coinvolto e che alla fine l’Ucraina vincerà. Nel farlo libererà il mondo dalla minaccia dell’Impero russo, perché persa la guerra l’Impero russo cesserà di esistere>.

Cherson appena liberata dall’esercito ucraino

Zakatev scrive ai Radicali Italiani: sarete benvenuti come fratelli nella Cecenia libera!

A seguito del riconoscimento della Repubblica Cecena di Ichkeria da parte del Parlamento ucraino, il Primo Ministro Akhmed Zakayev si è rivolto ai Radicali Italiani per ringraziarli del loro sostegno. Nel Giugno scorso i Radicali avevano organizzato una visita a Roma per il Primo Ministro ceceno, durante la quale era stato ricevuto in via ufficiale dal Sottosegretario di Stato agli Esteri Benedetto della Vedova.

Ai nostri amici italiani di Radicali Italiani

A Silvja Manzi e Igor Boni

A Benedetto della Vedova e Riccardo Magi

18 ottobre 2022

Oggi il Parlamento ucraino ha riconosciuto la Repubblica Cecena di Ichkeria. Si tratta di un gesto molto più che formale: il popolo ucraino ha riconosciuto nella nostra battaglia la sua stessa battaglia, nelle nostre sofferenze le sue stesse sofferenze, nel nostro destino il suo stesso destino. Non potrà mai esserci libertà per nessuno, finché un solo popolo, e addirittura un solo uomo, dovrà subire la schiavitù.

Oggi gli Ucraini combattono per la loro indipendenza, così come i ceceni fanno ormai da ventidue lunghi anni. L’Europa, che prima non aveva capito l’importanza della nostra battaglia, oggi comincia a riconoscere che la guerra che oggi si combatte sulle sponde del Dnepr e nel Donbass è iniziato molti anni prima, quando la Russia ha preteso di piegare il nostro spirito spezzando i corpi dei nostri fratelli, dei nostri bambini, con i cingoli dei suoi carri armati.

In questo giorno così importante per la nostra nazione, che segna il primo, concreto passo verso la riconquista della nostra libertà dall’oppressione, rivolgo a voi, che in tutto questo avete creduto fin dall’inizio, il mio sentito ringraziamento per il sostegno che avete dato, e che continuate dare, alla nostra lotta. Spero che la purezza dei vostri ideali possa illuminare le coscienze di tutti gli uomini liberi.

Sarete benvenuti come fratelli nella Cecenia libera.

Akhmed Zakaev,

Primo Ministro della Repubblica Cecena di Ichkeria

ENGLISH VERSION

Following the recognition of the Chechen Republic of Ichkeria by the Ukrainian Parliament, Prime Minister Akhmed Zakayev addressed the Italian Radicals to thank them for their support. Last June the Radicals had organized a visit to Rome for the Chechen Prime Minister, during which he was officially received by the Undersecretary of State for Foreign Affairs Benedetto della Vedova.

To our Italian friends of Radicali Italiani

To Silvja Manzi and Igor Boni

To Benedetto della Vedova and Riccardo Magi

October 18, 2022

Today the Ukrainian Parliament recognized the Chechen Republic of Ichkeria. It is a much more than formal gesture: the Ukrainian people recognized their own battle in our battle, their own sufferings in our sufferings, their own destiny in our destiny. There can never be freedom for anyone, as long as a single people, and even a single man, has to suffer slavery.

Today the Ukrainians are fighting for their independence, just as the Chechens have been fighting for twenty-two long years now. Europe, which previously did not understand the importance of our battle, is now beginning to recognize that the war being fought today on the banks of the Dnieper and in the Donbass began many years earlier, when Russia tried to bend our spirit. breaking the bodies of our brothers, of our children, with the tracks of his tanks.

On this very important day for our nation, which marks the first concrete step towards regaining our freedom from oppression, I extend to you, who have believed in all this from the beginning, my heartfelt thanks for the support that you have given, and continue to dare, to our struggle. I hope that the purity of your ideals can enlighten the consciences of all free men.

You will be welcome as brothers in free Chechnya.

Akhmed Zakaev,

Prime Minister of the Chechen Republic of Ichkeria

ICHKERIA IN ITALIA: La visita di Akhmed Zakayev a Roma (30/06 – 02/07 2022)

Tra il 30 Giugno ed il 2 Luglio 2022 Akhmed Zakayev si è recato in visita a Roma, su invito dei Radicali Italiani, per partecipare ad alcuni eventi politici e ad una visita ufficiale con le autorità Italiane. Ho partecipato personalmente a questo ciclo di incontri, avendo il privilegio di essere incluso nella delegazione che ha incontrato il Sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto della Vedova. Di seguito pubblico un resoconto della visita.

La mattina del 30 Giugno, appena dopo le 8:00, Akhmed Zakayev ha incontrato la stampa, rilasciando un’intervista ad Askronos (reperibile quì). I passaggi salienti del suo intervento:

“La vittoria dell’Ucraina ci sarà, ne sono sicuro. E sarà la fine della Russia di Putin. Il presidente russo ha fatto tutta la prima parte della sua carriera grazie alla guerra in Cecenia. A questo, punto con la fine di Putin, la Cecenia potrebbe aspirare all’indipendenza. Assieme agli ucraini dobbiamo fare di tutto per far cessare il suo ruolo nel governo della Russia. Stiamo combattendo per gli ucraini ma anche per la nostra libertà”. Lo ha detto all’Adnkronos Akhmed Zakayev, primo ministro della non riconosciuta Repubblica Cecena di Ichkeria, aggiungendo che la guerra fra ceceni coinvolti nel conflitto russo-ucraino “la vedo come la terza guerra cecena. I ceceni che combattono contro l’Ucraina stanno morendo e per noi questo è un fatto tragico. La Cecenia è occupata dalla Russia, così come alcune regioni dell’Ucraina. Quegli ucraini che sono sotto la Russia soffrono molto e adesso tutto il mondo deve fare il possibile per far cessare questa guerra. Ma senza cercare di salvare la faccia di Putin – avverte – Dobbiamo far cessare la guerra, ma soprattutto mostrare al mondo i crimini commessi da Putin senza salvare la sua reputazione”.

Akhmed Zakayev rilascia la sua intervista ad Adnkronos

Successivamente la delegazione, composta da Akhmed Zakayev, Inna Kurochkina ed Andrei Kurochkin, responsabili della comunicazione del governo, Igor Boni e Silvia Manzi dei Radicali Italiani e dal sottoscritto ha raggiunto La Farnesina, sede del Ministero degli Esteri, per un incontro ufficiale con il Sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto della Vedova. Zakayev è stato accolto come Primo Ministro della Repubblica Cecena di Ichkeria, ha percorso la scala d’onore riservata ai capi di Stato e di governo ed ha preso posto al tavolo negoziale insieme agli altri membri della delegazione. La conversazione con Della Vedova è stata cordiale, il Sottosegretario ha domandato a Zakayev un resoconto della situazione sia riguardo alla diaspora cecena all’estero, sia riguardo alla situazione in Cecenia, rispetto alla quale ha detto di essere da sempre interessato e preoccupato. Della Vedova ha dichiarato che le testimonianze raccolte dai promotori della causa penale internazionale contro Vladimir Putin sui crimini compiuti in Cecenia saranno un elemento chiave nella più ampia causa penale intentata dai Radicali Italiani contro il capo di stato russo, relativamente ai crimini compiuti durante tutta la durata del suo governo. Dopo uno scambio di vedute sulla situazione attuale e sul rapporto che l’Europa ha e dovrebbe avere con Ucraina e Russia, le due delegazioni hanno preso commiato.

Akhmed Zakayev e Benedetto della Vedova al Ministero degli Esteri

Successivamente La delegazione cecena ha visitato la sede dei Radicali Italiani, dove ha rilasciato alcune dichiarazioni in preparazione del successivo incontro pubblico, da tenersi nel pomeriggio presso la Camera dei Deputati. Inoltre Akhmed Zakayev ha firmato la petizione presentata dai Radicali Italiani sull’incriminazione di Vladimir Putin.

Nel pomeriggio si è svolta presso la Camera dei Deputati una conferenza stampa dal titolo: “From Chechnya to Ukraine, 20 Years of Unpunished Crimes”. Davanti alla sala gremita Zakayev ha ricordato gli eventi legati alla guerra in Cecenia, ed ha presentato i tragici parallelismi con la attuale situazione in Ucraina. Sono intervenuti anche Alessandro Magi, Deputato e co-relatore insieme a Zakayev, Oless Horodestkyy, Presidente dell’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia, Marco Perduca, ex Senatore, i radicali Igor Boni e Massimiliano Iervolino. Un piccolo spazio è stato gentilmente dedicato anche a Libertà o Morte! Storia della Repubblica Cecena di Ichkeria.

Akhmed Zakayev parla alla Camera dei Deputati
Igor Boni Presenta “Libertà o Morte!” al pubblico durante la conferenza stampa alla Camera dei Deputati

Nel corso della giornata (e di quella successiva) Zakayev ha rilasciato numerose interviste, tra le quali una per La Stampa, a cura di Flavia Amabile, una per Il Foglio, e ancora una per Il Dubbio ed altre testate, oltre ad una lunga intervista a Radio Radicale che pubblichiamo quì sotto:

https://www.radioradicale.it/scheda/672666/iframe?i=4450264

In serata i componenti della delegazione cecena hanno partecipato assieme ad alcuni simpatizzanti dei Radicali Italiani ad una cena comunitaria in un ristorante Ucraino.

Gli organizzatori della conferenza stampa alla Camera dei Deputati, al termine dei lavori

ENGLISH VERSION

ICHKERIA IN ITALY: Akhmed Zakayev’s visit to Rome (30/06 – 02/07 2022)

Between 30 June and 2 July 2022 Akhmed Zakayev visited Rome, at the invitation of the Italian Radicals, to participate in some political events and an official visit with the Italian authorities. I personally participated in this series of meetings, having the privilege of being included in the delegation that met the Undersecretary for Foreign Affairs, Benedetto della Vedova. Below I publish an account of the visit.

On the morning of June 30, just after 8:00, Akhmed Zakayev met the press, giving an interview to Askronos (available here). The salient passages of his speech:

“There will be a victory for Ukraine, I’m sure. And it will be the end of Putin’s Russia. The Russian president made the whole first part of his career thanks to the war in Chechnya. At this point, with the end of Putin, Chechnya could aspire to independence. Together with the Ukrainians we must do everything to end his role in the government of Russia. We are fighting for the Ukrainians but also for our freedom ”. This was told to Adnkronos Akhmed Zakayev, prime minister of the unrecognized Chechen Republic of Ichkeria, adding that the war between Chechens involved in the Russian-Ukrainian conflict “I see it as the third Chechen war. The Chechens fighting Ukraine are dying and for us this is a tragic fact. Chechnya is occupied by Russia, as are some regions of Ukraine. Those Ukrainians who are under Russia suffer a lot and now the whole world must do everything possible to stop this war. But without trying to save Putin’s face – he warns – We must stop the war, but above all show the world the crimes committed by Putin without saving his reputation ”.

Subsequently, the Chechen delegation visited the headquarters of the Italian Radicals, where it issued some statements in preparation for the subsequent public meeting, to be held in the afternoon at the Chamber of Deputies. Furthermore, Akhmed Zakayev signed the petition presented by the Italian Radicals on the indictment of Vladimir Putin.

In the afternoon a press conference was held at the Chamber of Deputies entitled: “From Chechnya to Ukraine, 20 Years of Unpunished Crimes”. In front of the packed hall, Zakayev recalled the events linked to the war in Chechnya, and presented the tragic parallels with the current situation in Ukraine. Also present were Alessandro Magi, Deputy and co-rapporteur together with Zakayev, Oless Horodestkyy, President of the Christian Association of Ukrainians in Italy, Marco Perduca, former Senator, the radicals Igor Boni and Massimiliano Iervolino. A small space was also kindly dedicated to Freedom or Death! History of the Chechen Republic of Ichkeria.

During the day (and the day after) Zakayev gave numerous interviews, including one for La Stampa, edited by Flavia Amabile, one for Il Foglio, and one more for Il Dubbio and other newspapers, as well as a long interview to Radio Radicale that we publish below:

https://www.radioradicale.it/scheda/672666/iframe?i=4450264

In the evening the members of the Chechen delegation participated together with some sympathizers of the Italian Radicals in a community dinner in a Ukrainian restaurant.

AKHMED ZAKAYEV AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE DELL’AJA

Il Governo Zakayev ha organizzato una manifestazione davanti al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, per spingere la corte a prendere in esame la documentazione presentata nel 2018 inerente i crimini commessi dalle forze della Federazione Russa in Cecenia. Il raduno, documentato da NEP Prague, verrà proposto dall’emittente in una serie di video. Di seguito pubblichiamo il primo tra questi, corredato di sottotitoli in italiani realizzati da Francesco Benedetti

“Il Tribunale dell’Aia per Putin. 
Il Tribunale dell’Aia per la Russia. “
Sottotitoli in italiano

Dichiarazione del Governo della Repubblica Cecena di Ichkeria

IN RELAZIONE ALLA CRISI UCRAINA

Il Comitato di Stato per la De – Occupazione della Repubblica Cecena di Ichkeria ha appena concluso la sua riunione di emergenza a Bruxelles, la Capitale del Belgio. I membri del Comitato sono venuti quì per questo incontro da diversi paesi europei, in particolare da Germania, Francia, Svizzera, Austria e Polonia. Personalmente, sono giunto dal Londra.

Vorrei esprimere la mia gratitudine alle autorità belghe che hanno assicurato la sicurezza di questo evento.

La principale agenda del nostro incontro era relativa alla discussione riguardo al supporto che possiamo dare al fraterno popolo ucraino contro l’aggressione russa. Vorrei far notare che il 90% dei membri del nostro comitato hanno esperienza di combattimento contro la Russia. Abbiamo discusso dei rapporti presentati al nostro incontro da tanti ceceni che sono costretti a vivere in diversi paesi europei, i quali hanno sostenuto i membri del nostro comitato ed hanno dichiarato che vogliono andare in Ucraina ed unirsi a questa battaglia per la libertà.

In questo contesto, vorrei rivolgermi al Presidente dell’Ucraina ed al comandante in capo dell’esercito ucraino, Zelensky. In ordine a supportare la guerra di liberazione del fraterno popolo ucraino, ed a condannare i perfidi attacchi dell’esercito russo sul suolo ucraino, il Comitato di Stato della Repubblica Cecena di Ichkeria ha assunto le seguenti decisioni:

Il Comitato di Stato della Repubblica Cecena di Ichkeria è pronto a formare un’unità militare volontaria tra i cittadini della Repubblica Cecena di Ichkeria. Per poter fornire questo supporto, è necessario firmare un accordo di cooperazione militare tra il governo della Repubblica Cecena di Ichkeria ed il governo dell’Ucraina. Questo è un passaggio necessario per i nostri volontari per poter essere protetti nel contesto della Convenzione di Ginevra. Come ceceni e come governo legittimo, saremo onorati di supportare la guerra di liberazione del popolo ucraino.

Sfortunatamente, uno e un solo popolo che si è offerto di dare supporto militare al popolo ucraino per la sua libertà sono i ceceni che vivono in Europa. Vorrei ricordarvi che ci sono trecentomila ceceni in Europa, oggi. Sono sicuro che la nostra iniziativa attrarrà l’attenzione di altri popoli come un esempio positivo, e che questi ci seguiranno in questo supporto. Sono pronto a recarmi in qualsiasi città ucraina per chiarire questa questione.

L’Ucraina Vincerà!

ENGLISH VERSION

The State Committee for the Deoccupation of Chechen Republic Ichkeria has just concluded its emergency meeting in Brussels, the capital of Belgium. Committee members came here for this meeting from different countries in Europe, especially Germany, France, Switzerland, Austria and Poland. I personally came from London. I would like to express my gratitude to the Belgian authorities who ensured the safety of this event.

The main agenda of our meeting was to discuss the support that we can give to the brotherly Ukrainian people against the Russian aggression. I would like to point out that 90% of the members of our committee have experience in our fight against Russia. We’ve discussed on the reports which are presented in our meeting that many Chechens who have forced to live in different European countries, applied to our committee members and declared that they wanted to go Ukraine and join their fight for freedom.

In this context, I would like to address tothe President of Ukraine and the chief commander of the Ukrainian army, Zelensky. In order to support the liberation war of the brotherly Ukrainian people and to condemn the perfidious attacks of the Russian army on the Ukrainian soil, the State Committee of the Chechen Republic of Ichkeria took the following decisions:

The State Committee of the Chechen Republic of Ichkeria is ready to form voluntary military units among the citizens of the Chechen Republic of Ichkeria. In order to be able to give this support, it is necessary to sign an agreement on military cooperation between the government of the Chechen Republic of Ichkeria and the government of Ukraine. This is a necessary step for our volunteers to be protected within the context of the Geneva Convention. As Chechen people and the legitimate Chechen government, we will be honored to support the liberation war of the Ukrainian people.

Unfortunately, so far, one and only people who have offered to give military support to the Ukrainian people for their freedom are the Chechens who live in Europe. I would like to remind you that there are 300 thousand Chechens living in Europe today. I am sure that our initiative will attract the attention of other peoples as a positive example and they will follow us in this support. I am ready to go any city of Ukraine urgently to clarify this matter. Victory will be Ukraine’s.

Chairman of the State Committee for the Deoccupation of Chechen Republic Ichkeria Akhmed Zakayev