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“Niente di nuovo in Ucraina” – Intervista a Khavazh Serbiev

Khavazh Serbiev è stato Procuratore Generale della Repubblica Cecena di Ichkeria durante il periodo che intercorre tra la prima e la seconda invasione russa del paese. Nel Giugno del 2022 ha rilasciato un’intervista ad Ukraina Today (https://ukrainatoday.com.ua/) riguardo i parallelismi tra la guerra in corso e quelle combattute dai Ceceni. Ti seguito riportiamo la traduzione dell’intervista.

L’articolo originale è disponibile quì:

https://ukrainatoday.com.ua/k-rassledovaniju-voennyh-prestuplenij-ochen-vazhno-privlech-zarubezhnyh-jekspertov-genprokuror-nepriznannoj-ichkerii-serbiev/

Hai indagato sui crimini dell’esercito russo. Se confrontiamo le azioni dell’esercito russo in Cecenia e quello che hanno fatto in Ucraina, c’è qualcosa di più simile o diverso?

In Ucraina non è successo, né sta succedendo nulla di nuovo, rispetto a quanto è stato fatto nella Repubblica Cecena. Tutto è rispecchiato: soltanto la scala è diversa, perché la tua gente (gli Ucraini, Ndr) è molte volte più numerosa dei ceceni, ed il territorio è più vasto. Tutto il resto è uguale. Questo ci è così familiare che siamo persino sorpresi: nulla cambia nella politica dello stato russo e nelle azioni del suo esercito!

Perché la comunità mondiale ha reagito piuttosto lentamente alle dichiarazioni sui crimini di guerra russi in Cecenia? Perché era considerato un affare interno della Russia, o perché la propaganda russa è riuscita a disumanizzare i ceceni, dicendo che lì stavano combattendo i terroristi?

Certo, il mondo intero credeva che il territorio ceceno ed il popolo ceceno fossero sudditi della Federazione Russa. E nessuno voleva cambiare le cose. Anche se nel novembre 1990, secondo le leggi dell’URSS, la Repubblica cecena venne effettivamente portata su un piano di parità con le altre repubbliche sindacali (le repubbliche che componevano l’URSS, ndr). Ma nessuno voleva cambiare le cose. Inoltre, la Russia è un grande stato nucleare. Mi sembra che questo fattore abbia avuto un ruolo di primo piano.

Alla fine, tutti in quel momento avevano i loro problemi. L’Ucraina, la Bielorussia e altri stati avevano lasciato l’URSS. Non volevano nemmeno porsi questo problema. E il resto del mondo – l’Occidente e altri stati – per loro questa faccenda stava accadendo in un luogo lontano, a loro non importava. La parte cecena è stata accusata di utilizzare metodi inaccettabili. Cioè, hanno incolpato la vittima e l’aggressore secondo gli stessi standard. C’era una sorta di paura o di riluttanza a intervenire in questo problema.

E’ importante coinvolgere esperti stranieri nelle indagini sui crimini di guerra o è sufficiente utilizzare le nostre stesse forze?

È molto importante coinvolgere esperti stranieri. Perché in un dialogo con la Russia non è realistico fare qualcosa da soli. Naturalmente, la base viene creata sul posto. Per voi ucraini è più facile, ma per noi era praticamente impossibile. Credo che tutto il mondo dovrebbe essere coinvolto in questo processo. È importante avere un’opinione internazionale, un’indagine internazionale. Questo è l’unico modo in cui può funzionare.

Come si sono svolte le indagini sui crimini di guerra dopo la prima guerra cecena?

Presso l’ufficio del procuratore generale è stato avviato un procedimento penale per genocidio. Il materiale, raccolto in ogni circoscrizione del nostro territorio, era convogliato negli apparati della Procura Generale. Prove di genocidio e crimini di guerra dell’esercito russo sono stati indagati in ogni distretto. E tutto è confluito in un procedimento penale comune, che ha raggiunto 64 volumi. Ogni volume è di almeno 400 pagine. Questo è ciò che siamo stati in grado di coprire. Prima dell’inizio della seconda aggressione russa, tuttavia, non fummo in grado di trasferire una certa quantità di questo materiale ad un’autorità internazionale, come il Tribunale dell’Aja.

Grozny nel 1995

Perché?

Perchè la Russia ha creato enormi problemi all’interno della Cecenia, gli eventi si sono sovrapposti l’uno all’altro in un’ondata dopo l’altra. Le forze dell’ordine e, naturalmente, l’ufficio del procuratore generale, semplicemente non hanno avuto il tempo di portare a conclusione almeno una parte di questo caso sui crimini di guerra dell’esercito russo nella Repubblica cecena. Semplicemente, non ce l’abbiamo fatta. Quando ormai era iniziata la seconda aggressione, abbiamo consegnato parte dei materiali al Tribunale dell’Aia. Sono stati consegnati circa 12 volumi di materiali. Alcuni furono restituiti, perché considerati non pertinenti secondo le norme del diritto internazionale. Non avevamo esperienza. Sono rimasti solo 6 volumi. Nel frattempo ricominciarono le ostilità attive e presto l’intero territorio fu completamente occupato. Ed ogni ulteriore processo è stato nuovamente sospeso.

Durante la prima guerra, persa da Mosca, le truppe russe causarono molti problemi ai ceceni. Come è potuto accadere che durante la Seconda guerra Mosca abbia trovato relativamente molti alleati tra i ceceni? In particolare, Kadyrov li ha supportati.

Il regime russo, le autorità ed i servizi competenti coinvolti nella Repubblica cecena hanno tenuto conto dei loro precedenti errori. Il “lancio del cappello” ha dominato le menti dei politici e dei militari durante la loro prima campagna. Di conseguenza, hanno tenuto conto di questi momenti e hanno svolto un enorme lavoro sotto copertura per attirare nuovi membri in questa rete di agenti, ed hanno anche lanciato una potente propaganda all’interno della stessa Russia.

Immagina quando è iniziata la seconda campagna: immediatamente alla televisione di stato della Russia suonò “Alzati, il paese è enorme!” (canzone popolare scritta durante la Seconda Guerra Mondiale per mobilitare le masse contro l’invasione tedesca, Ndr) come suonava durante la Seconda guerra mondiale, quando Hitler attaccò l’URSS. L’ho sentito io stesso. Viene la pelle d’oca quando si sente questa canzone. Immagina questo contro la piccola Repubblica cecena, che alcuni non riescono neanche a trovare sulla mappa! E poi improvvisamente i ceceni sono diventati una “forza fascista”. La stessa cosa che è stata fatta ora contro l’Ucraina.

La seconda guerra cecena è stata preceduta da attacchi terroristici sul territorio della Russia, in cui sono stati accusati i ceceni. Che ne sai a riguardo?

Solida disinformazione, che è stata giocata molto non solo in Russia, ma in tutto il mondo. Molti ci hanno creduto. Perché è stato presentato in modo così magistrale utilizzando i media controllati dal regime. Era così ovvio per noi che si trattava di una bugia che siamo rimasti semplicemente sorpresi. C’erano molte prove che si trattava di provocazioni, che ciò veniva fatto dai servizi speciali russi. Ma semplicemente non c’era nessuno ad ascoltarci. E i materiali che abbiamo cercato di contrabbandare all’estero attraverso i media in Occidente sono semplicemente scomparsi. Furono trasmessi, furono segnalati, ma non ci fu alcuna risposta.

Shamil Basayev durante l’invasione del Daghestan (Agosto 1999)

C’era un’altra ragione per la seconda guerra: l’invasione del distaccamento di Shamil Basayev in Daghestan. Perché è accaduta?

Sì, c’è stata uno sconfinamento di alcuni gruppi, c’erano ceceni anche nel territorio del Daghestan. Questo non può essere negato. Se sapessi quanto erano diversi questi gruppi! C’erano persone provenienti da tutto il Caucaso settentrionale, compreso il Daghestan. Solo Bagautdin (uno dei leader della “Shura islamica del Daghestan” – ndr) ha portato nel nostro territorio 2.000 persone. E la gente ha avuto l’impressione che fossero i ceceni a muoversi come una valanga nel territorio del Daghestan con l’obiettivo di occupare, aggredire, ecc. Sembrava completamente diverso rispetto a quello che vedevano testimoni oculari. Tutti, ovviamente, hanno visto quello che volevano vedere. Ma ti assicuro che non c’era nemmeno la metà dei ceceni. Per la maggior parte erano persone di altre repubbliche, c’erano anche volontari dal Medio Oriente … Naturalmente, il presidente Aslan Maskhadov, fin dall’inizio, quando le informazioni iniziarono ad arrivare, era categoricamente contrario. E questa non era l’azione delle unità armate della Repubblica cecena di Ichkeria. In nessun caso! Questi erano volontari che hanno fatto la loro scelta e hanno preso parte a questa operazione.

Il presidente Maskhadov ha avuto l’opportunità di fermare l’azione di Basayev?

A quel tempo, ai confini della Repubblica cecena, in tutto il Caucaso settentrionale, c’era una massiccia concentrazione di truppe russe, enorme. Perché erano concentrati in questi luoghi?  Noi non avevamo truppe ai nostri confini, non c’era nemmeno la possibilità di farlo. Ad esempio, non vi era alcuna leva nell’esercito in quanto tale. E contenere i volontari o lo stesso Basayev, che ha agito da solo, avrebbe significato uno scontro militare intra-ceceno. Il passaggio al territorio del Daghestan è avvenuto in pochi giorni. Credo che per Maskhadov sia stato, da un lato, inaspettato e che comunque non ci fossero forze adeguate per organizzare una sorta di barriera per impedire questo sconfinamento.

Tra i soldati russi morti in Ucraina, ci sono molte persone del Daghestan. Come spiegarlo?

Il Daghestan è per la maggior parte un’area montuosa. Ci sono molti villaggi d’alta quota che vivono autonomamente. Possiamo dire che la ragione principale è la povertà. Nella Federazione Russa, questo è un fenomeno comune nell’entroterra. E in Daghestan c’è povertà, e quindi …