LE ELEZIONI DEL 1997 SULLE PAGINE DEL NEW YORK TIMES

Il 27 Gennaio 1997 in Ichkeria si tennero le prime elezioni dalla fine della guerra: la popolazione si recò in massa alle urne, vivendo quell’esperienza con grande passione e spirito partecipativo. La contesa vide confrontarsi i principali leader politici e militari della repubblica: Basayev, Yandarbiev, Ugudov, Zakayev, Arsanov, e ovviamente il grande favorito: l’ex Capo di Stato Maggiore dell’esercito separatista Aslan Maskhadov. Allineato su posizioni moderate, cui aderiva la maggioranza della popolazione civile (oltre che parte dell’establishment militare) egli fu in testa fin dall’inizio della campagna elettorale, conquistando infine quasi il 60% dei voti e lasciando in minoranza sia i dudaeviti radicali (rappresentati dall’ex Presidente ad Interim Zelimkha  Yandarbiev) sia l’ala militare oltranzista (rappresentata da Shamil Basayev). Un ciclo di articoli editi dal New York Times, dei quali pubblichiamo una traduzione, racconta le impressioni che il mondo occidentale ebbe di quei momenti così fatali per la storia postbellica della Repubblica Cecena di Ichkeria. Il link agli articoli in lingua originale sono reperibili quì:

Principali preoccupazioni degli elettori ceceni: ordine e stabilità

di Alessandra Stanley

24 GENNAIO 1997 – La guerra è finita ed ora la battaglia per il controllo della repubblica secessionista della Cecenia si sta conducendo sulle onde radio. In un piccolo canale di proprietà privata, Aslan Maskhadov, primo ministro e capo di stato maggiore delle forze cecene durante la guerra, fissa la telecamera indossando un maglione ed una giacca civile, e racconta lentamente la storia della sua vita, a partire dalla sua nascita e dalla giovinezza ai tentativi di entrare in un’accademia militare sovietica contro la volontà di sua madre. In un altro, il suo principale avversario, Shamil Basayev, il comandante ceceno che ha guidato la tragica presa di ostaggi nell’ospedale di Budennovsk nel giugno 1995, vie mostrato in una sorta di video musicale sulla jihad.  Immagini audaci di lui che affronta il governo russo a Budennovsk e che guida le truppe in battaglia a Grozny in stile montaggio – flash sullo sfondo di una musica popolare e marziale cecena.

Dopo 21 mesi di incessanti bombardamenti aerei e d’artiglieria, la Cecenia è un mosaico di edifici bruciati e macerie. Non c’è ancora acqua corrente e la gente fa la fila per ore per riempire i secchi dalle colonnine in strada. Ma l’elettricità è tornata nella maggior parte delle zone e le persone la usano principalmente per alimentare i loro televisori. Le elezioni cecene, [previste per] lunedì sono una campagna elettorale in stile anni ’90,  sullo sfondo di alcune delle peggiori distruzioni urbane dalla Seconda Guerra Mondiale.

Manifesto elettorale di Aslan Maskhadov

Ci sono 16 candidati alla presidenza, e tutti sostengono l’indipendenza dalla Russia. Sui volantini e i manifesti incollati sulle finestre sbarrate e gli edifici bombardati in tutta Grozny, i cinque principali candidati della campagna promettono tutti di ristabilire l’ordine. E tutti dicono di voler favorire l’instaurazione di una società islamica. Ma il background ed il temperamento dei due candidati più noti e favoriti, il signor Maskhadov ed il signor Basayev forniscono un netto contrasto.

Il signor Basayev, 32 anni, che è ancora il nemico pubblico numero 1 in Russia, simboleggia la sfida e il rischio. Il signor Maskhadov, 46 anni, che ha negoziato e firmato l’accordo che ha portato al ritiro della truppe russe, è a favore della moderazione e del compromesso. Stanche della guerra, per persone stanno affrontando una sconcertante, e a volte sgradevole competizione tra ex alleati che hanno combattuto insieme i russi e che ora combattono tra di loro. L’indipendenza, che la Russia rifiuta di accettare ma che la maggior parte dei ceceni da già per scontata, non è il tema principale della campagna. Lo sono l’ordine e la stabilità. I ceceni che sono sopravvissuti a malapena alla guerra ora sono terrorizzati dalla pace. “Ogni notte viviamo nella paura che i banditi battano alla nostra porta” dice Tarabek Dejetayeva, 40 anni, una donna cecena il cui quartiere, dove metà degli edifici rimangono rovine bombardate e dove non c’è più acqua corrente, è stato ripetutamente colpito da colpi dai colpi di arma da fuoco dei ladri. “Dobbiamo scegliere un uomo forte che possa fermarlo”. Dice che voterà per Mr. Basayev.

I pochi occidentali che ancora lavorano a Grozny sperano che un presidente democraticamente eletto possa ristabilire l’ordine. “Queste elezioni non cambieranno nulla riguardo lo status della Cecenia: lo stallo con la Russia rimarrà, non importa chi sarà il vincitore” dice Tim Guildimann, capo della missione a Grozny dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa [OSCE] che sta aiutando ad organizzare ed a monitorare le elezioni. “Al vincitore daranno la legittimità per garantire la stabilità all’interno della Repubblica”. Quando 60 osservatori dell’organizzazione europea arriveranno in Cecenia questo fine settimana per monitorare le elezioni, questi saranno scortati da guardie armate del governo ceceno.

Shamil Basayev tiene un comizio elettorale

I candidati parlano di legge ed orine. Mercoledì, durante una manifestazione a Starye Atagi, Shamil Basayev è salito sui gradini di una moschea e si è lamentato del fatto che il governo, guidato dal Presidente Zelimkhan Yandarbiev, non ha fatto nulla per fermare il crimine dilagante e la corruzione. Il signor Yandarbiev, che è anch’egli candidato di primo piano, sta correndo principalmente sulle orme di Dzhokhar M. Dudaev, il presidente ribelle ceceno che è stato ucciso lo scorso Aprile ed ha nominato Yandarbiev suo successore. In un enorme raduno commemorativo per il signor Dudaev oggi (dove è stato insignito del titolo postumo di Generalissimo) il signor Yandarbiev ha fatto pressione sulla sua forza ribattezzando Grozny, la capitale, in Dzhokhar – Ghala, “Città di Dzhokhar”.

Ma gli elettori parlano di criminalità dilagante e mancanza di controllo da parte del governo. Dal ritiro russo le fazioni rivali sono entrate in guerra per il controllo dei loro territori. Le rapine, i rapimenti e gli omicidi si sono moltiplicati. A Dicembre sei operatori della Croce Rossa sono stati uccisi da uomini armati spingendo tutti gli altri operatori stranieri a lasciare la Cecenia. Un sacerdote ortodosso russo è stato rapito due settimane fa. Due giornalisti russi sono scomparsi la scorsa settimana.

L’esuberante e popolare Mr. Basayev è forse il candidato più visibile, tiene raduni e discorsi in tutta la Cecenia. Il signor Maskhadov è forse il meno in evidenza. Ha interrotto tutte le campagne la scorsa settimana e ora trascorre le sue giornate in una casa pesantemente sorvegliata fuori Grozny, ricevendo gli anziani del villaggio. Oggi, in una breve intervista, era circondato da guardie del corpo armate mentre parlava delle sue preoccupazioni per la sicurezza, promettendo di raggruppare i combattenti ceceni in un esercito organizzato e di sciogliere i reparti che sarebbero rifiutati di arruolarsi. Uno dei suoi migliori aiutanti militari ha detto che Maskhadov aveva smesso di fare  campagna elettorale per motivi di sicurezza. “Secondo me la minaccia viene dalla parte russa”, ha detto l’assistente, Hussein Iskhanov. “Non è nell’interesse della Russia che Maskhadov vinca”.  In realtà i suoi rivali affermano che è una figura fin troppo conveniente per la Russia. Dipingono in signor Maskhadov come qualcuno che piegherà la schiena per compiacere Mosca. Il signor Basayev al contrario dice che solo lui può costringere la Russia a concedere l’indipedenza alla Cecenia. “Con me la Russia ha solo una scelta: lasciarci in pace”, ha detto ai suoi sostenitori. “Con Yandarbiev ne hanno sette, con Maskhadov nove o dieci.”

Movladi Ugudov (a sinistra) e Shamil Basayev (a destra) durante un dibattito per le elezioni del Gennaio 1997

Ma molti in Cecenia favoriscono il signor Maskhadov proprio perché è meno intransigente del signor Basayevv – ed ha meno probabilità di provocare Mosca. “Sono per Maskhadov, è istruito, è civile ed è per la pace: è lui che ha firmato la pace coi russi” dice Leila Khuchiyeva, una donna cecena che vende pane in un mercato di strada. “Basayev è un eroe nazionale, ma non è un presidente”. Tutti i favoriti sono eroi di guerra, ma hanno dimostrato capacità mediatica in tempo di pace. Istruita dagli europei, la commissione elettorale cecena ha stabilito un regolamento che assegna a ciascun candidato circa 3.000 dollari per coprire i costi della campagna elettorale e 20 minuti di trasmissione gratuita alla televisione ed alla radio del governo. C’è un limite di spesa di centomila dollari, ma la commissione ha poca capacità di monitorare le spese effettive. E alcuni candidati hanno più “tempo uguale” di altri. Il signor Basayev ha il suo canale televisivo, una minuscola stazione a basso costo di proprietà di un uomo d’affari. Il signor Maskhadov ha anch’egli una stazione privata a sua disposizione, anch’essa di proprietà di un uomo d’affari che sostiene la sua candidatura. Il signor Yandarbiev si avvale liberamente del canale governativo. Non ci sono sondaggi affidabili, ma alcuni analisti politici affermano che il signor Basayev stia guadagnando rapidamente su Maskhadov.

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