INTRODUZIONE
La Costituzione della Repubblica Cecena di Ichkeria prevedeva la figura del Presidente della Repubblica sia come garante dell’unità dello Stato e del rispetto della Costituzione (caratteristiche tipiche dei sistemi parlamentari) sia come supremo organo esecutivo (caratteristica tipica dei sistemi presidenziali). Questa sovrabbondanza di ruoli era controbilanciata da altrettante garanzie a tutela delle prerogative del Parlamento il quale, oltre ad essere depositario del potere legislativo, aveva piena facoltà di intervenire nei provvedimenti del Presidente, sia per quanto riguarda i suoi decreti, sia rispetto alle nomine nel governo e negli altri organi dello Stato, e gli era riconosciuta l’autorità di vigilanza sull’operato del Capo dello Stato, in ordine ad evitare derive autoritarie.
Questo ordinamento “ibrido” era certamente il frutto della situazione contingente: al momento in cui la Cecenia proclamò l’indipendenza il paese attraversava una serie di gravi emergenze, le quali richiedevano che il governo potesse muoversi con disinvoltura per risolvere i problemi, senza naufragare in lunghe diatribe politiche. Inoltre la centralità della figura del Generale Dzhokhar Dudaev, leader del Comitato Esecutivo del Congresso Nazionale del Popolo Ceceno (OKChN) non poteva non riflettersi nell’ordinamento dello Stato che la Commissione Costituzionale elaborò tra la fine del 1991 ed i primi mesi del 1992.
Le contraddizioni insite nel sistema costituzionale della Repubblica produssero i loro primi perniciosi effetti già dalla primavera del 1992, quando il potere legislativo ed il potere esecutivo entrarono in conflitto sulla gestione dello Stato e dei negoziati con la Russia. Il partito Parlamentare, del quale si fece esponente principale Yusup Soslambkeov, tese a rivendicare con sempre maggior rigidità il suo diritto di controllo e rettifica sull’operato del Presidente, ed il diritto del Parlamento di gestire in autonomia la politica estera (e quindi i negoziati con Mosca). Per parte sua il Presidente Dudaev rivendicò il suo ruolo di “leader”, governando per decreto e ignorando gli avvertimenti ed i tentativi del Parlamento di ricondurre la sua azione nell’alveo del diritto costituzionale.
La situazione sarebbe diventata esplosiva nella primavera del 1993 quando, per risollevare lo stato delle istituzioni e sventare la paralisi legislativa nella quale era caduta la Repubblica per effetto di questo scontro al vertice tra i poteri, Dudaev propose una serie di emendamenti che avrebbero trasformato la Cecenia in una repubblica presidenziale dai decisi toni autoritari, sottoposta alla piena autorità del Presdiente. L’opposizione del Parlamento a questi provvedimenti avrebbe portato alla dissoluzione delle istituzioni democratiche ed all’inzio di una dittatura personale del Generale Dudaev, culminata nell’autunno del 1994 con lo scoppio della guerra civile e l’inizio della Prima Guerra Cecena. Non ci soffermeremo su questi eventi (per chi volesse approfondirli, essi sono ben descritti nel libro o Libertà o Morte! Storia della Repubblica Cecena di Ichkeria (acquistabile QUI).